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mercoledì 7 agosto 2013

Falvo (PdL): i consiglieri diano l'esempio

Rosa Battaglia

Un'ordinanza che fa discutere quella emanata dal primo cittadino Angelo Fasulo che, ieri mattina, in consiglio comunale è stato soggetto a pesanti accuse da parte di vari consiglieri comunali: "Le parole in politica devono pesarsi. Quando il sindaco parla di ricatto si riferisce a diamiche non chiare all'interno del suo partito che lo bloccano nelle decisioni. La rotazione degli assessori dell'Mpa a mio avviso non ha risolto nullla, il primo cittadino ha solo preso tempo". Così Massimiliano Falvo dopo il consiglio comunale fiume di ieri che non ha prodotto alcun risultato se non dure critiche al primo cittadino dopo la rotazione delle deleghe. Fasulo ha dichiarato altrove di non voler cedere ad alcun "ricatto" da parte del suo stesso partito che "pretenderebbe" nuove nomine.Lo stesso Enrico Vella, capogruppo del Pd, ieri ha ricordato al Sindaco di non aver tenuto conto in alcun modo delle indicazioni giunte dal partito nell'auspicato ricambio di giunta . Durissimo il consigliere Giuseppe Di Dio "Sindaco quando lei parla di ricatto a cosa si riferisce? Se io sono parte di questo ricatto intendo saperlo".Falvo contrattacca:"Io vorrei ricordare e sottolineare che il sindaco non è figura suprema e nobile  di una città ma piena espressione di un partito al quale deve necessariamente rendere conto nel suo operato e governare con questo la città, nessun sindaco può mai essere al di sopra delle parti e far da se".In merito alla nuova ordinanza sull'abbigliamento da tenere a Palazzo di città, finita alla ribalta nazionale, Falvo dichiara "ci sono problematiche serie da affrontare e non questi stratagemmi mediatici. Perchè non emanare un'ordinanza che chieda il rispetto di regole e che soprattutto  chieda di non disertare il consiglio comunale? Non si può chiedere ai cittadini di rispettare regole quando loro stessi non lo fanno. Sindaco e Giunta dovrebbero fare da buon padre di famiglia".Il Sindaco, intanto, spiega di non aver emanato l'ordinanza per fare terrorismo mediatico, ma solo ed esclusivamente per ragioni di decoro sottolineando che l'ordinanza  riguarda soprattutto utenti e dipendenti comunali onde evitare che si rechino al comune in costume. Sorprende tuttavia come provvedimenti simili non siano stati presi in circostanze anche più gravi, come ad esempio il video hard scoperto sul tablet di un consigliere lo scorso anno, o ancora scene indecorose in aula consiliare - ultima solo per cronaca quella del famoso cestino imbracciato dal commissario dell'Ato idrico - e ancora il fumo nei locali del Comune, tollerato da molti, contrariamente a quanto previsto da un divieto e da relativa ordinanza.Clicca qui per ascoltare l'intervista:https://www.facebook.com/photo.php?v=556242097772668